Farro della Garfagnana Igp

Foto di michelle@TNS – Opera propria, CC BY-NC-SA 2.0, Collegamento
Foto di michelle@TNS – Opera propria, CC BY-NC-SA 2.0, Collegamento

Sul versante garfagnino del parco è tuttora viva la tradizione del pane di patate, variante ingentilita di un pane di mistura diffuso un tempo, specie nelle annate avare di cereali, in tutta l’Europa continentale. Graminacea coltivata da migliaia di anni nel bacino del Mediterraneo, il farro (Triticum dicoccum) è il capostipite di tutti i frumenti oggi conosciuti, compresi il grano tenero (Triticum vulgare) e il grano duro (Triticum durum). è stato l’alimento base degli Assiri, degli Egizi e di tutti i popoli antichi del Medio Oriente e del Nord Africa: con la farina di farro i Romani preparavano la puls, una polenta morbida di cui si cibavano i soldati e le plebi. Il farro, che come il grano si semina in ottobre-novembre e si raccoglie a fine giugno, predilige terreni con una certa pendenza, resiste anche a climi inclementi e non richiede concimazioni. In Italia è coltivato, su piccoli appezzamenti, soprattutto in Garfagnana, dove è all’origine di varie ricette tipiche: zuppa di farro, farro con fagioli, torta di farro. Al cereale prodotto nell’Alta Valle del Serchio e tuttora lavorato in impianti molitori di tipo tradizionale, con macine di pietra, è stata riconosciuta dall’Unione Europea l’indicazione geografica protetta Farro della Garfagnana. Gli iscritti all’albo sono attualmente un centinaio.